Pubblicato il 24 giugno 2022
Osteoporosi e latticini: fanno veramente bene alla salute delle nostre ossa?
In condizioni normali l’osso ogni giorno viene rimaneggiato, alternando il riassorbimento di osso vecchio alla formazione di osso nuovo. Questo perché ci possono essere delle microscopiche fratture, che si formano durante le normali attività quotidiane, sostituendo l’osso vecchio con osso nuovo. Grazie a questo meccanismo, ben il 10% di uno scheletro adulto si rinnova ogni anno.
L’età, lo stile di vita, l’alimentazione e fattori metabolici influiscono sulla velocità di questi due processi, determinando lo stato funzionale e metabolico delle nostre ossa.
Quando la quantità di osso riassorbito non riusce ad essere compensata da una pari quantità di osso nuovo, inizia un processo lento e graduale il cui risultato generalmente porta ad una malattia nota come osteoporosi.
In questi casi, al fine di compensare questa perdita della struttura ossea, ha senso integrare la nostra alimentazione assumendo alimenti ad alto contenuto di calcio come il latte e i latticini in genere?
Intanto va detto che si confonde il latte materno, vero e unico nutrimento basilare per il sano e corretto sviluppo del neonato d’uomo, con il latte vaccino (di mucca), alimento predisposto esclusivamente per la crescita rapidissima dei vitelli.
Confusione questa assai pericolosa per la salute umana ma che ormai è incarnata nell’inconscio collettivo. Per fortuna sempre più studi scientifici stanno evidenziando e sottolineando tale rischio, affermando che il latte vaccino non va bene per l’alimentazione umana.
L’ennesima ricerca arriva dalla svedese università di Uppsala è ed stata pubblicata su uno dei giornali scientifici più accreditati al mondo, il British Medical Journal. Nello studio vengono presi in esame due grandi coorti composte da 61.433 donne (dai 39 ai 74 anni) e 45.339 uomini (dai 45 ai 79 anni), monitorati per ben 20 anni.
Durante il follow-up medio di 20 anni, 15.541 donne sono morte e 17.252 hanno avuto una frattura ossea, delle quali 4.259 all’anca. Per gli uomini in un follow-up medio di 11,2 anni, 10.112 sono morti e 5.066 hanno avuto una frattura, dei quali 1.116 all’anca.
Le conclusioni dello studio svedese non lasciano spazio a nessun dubbio: i ricercatori hanno scoperto che non solo non vi è stata alcuna riduzione delle fratture ossee nelle persone che hanno consumato latte, ma addirittura nelle donne il consumo stesso di latte è stato associato ad una maggiore probabilità di subire una frattura.
Le persone che bevevano tre bicchieri o più di latte al giorno avevano il doppio delle probabilità di morire presto rispetto a chi ne aveva consumato meno di uno.
Cosa accade nel nostro organismo se aumentiamo il consumo di latte e latticini e perché invece di sostenere il nostro sistema scheletrico, il consumo di tali alimenti ne peggiora l’integrità?
I prodotti che contengono più calcio sono naturalmente latte e latticini, ma non sempre il calcio presente in questi alimenti viene assimilato adeguatamente; in aggiunta a questo, latte e latticini sono alimenti prettamente acidi e in buona sostanza più acido diventa il sangue più calcio viene tolto dalle ossa. Tutto ciò accade perché l’osso, oltre alle sue funzioni di sostegno e protezione, rappresenta anche una riserva fondamentale di minerali alcalini. Circa il 98% del calcio e l’80% degli alcali si trovano nelle ossa, questo rende l’osso un perfetto “magazzino” da cui poter attingere risorse per tutelare la sopravvivenza e il mantenimento dell’equilibrio acido-base.
Il richiamo di alcali dalle ossa provocherà anche una liberazione del calcio ad essi legato, questo farà da una parte aumentare il calcio urinario predisponendo l’organismo alla calcolosi e, dall’altra, causerà una decalcificazione progressiva ossea con diminuzione di massa ossea. E’ proprio questo continuo processo che, nel tempo, facilita l’insorgenza dell’osteoporosi.
Risulta quindi importante, oltre a garantire un apporto adeguato di calcio (nella forma più biodisponibile), preservare il giusto apporto di alcali per evitare che il nostro organismo attinga calcio ed alcali dalle proprie riserve, mettendo l’osso in una condizione di pericolo.
Se poi iniziassimo ad osservare le abitudini alimentari di altri popoli, come ad esempio gli Stati Uniti che sono i più grandi consumatori di latte, è facilmente verificabile quanto sopra descritto: in questa nazione l’osteoporosi è tra le malattie con maggiore incidenza!
Ma allora cosa fare per prevenire e semmai limitare i danni?
Intanto il consiglio primario è quello di seguire uno stile di vita sano e naturale e di alimentarsi in maniera equilibrata e questo è possibile se ci basiamo su un moderato consumo di proteine e grassi, prevalentemente vegetali integrali biologici e di stagione, evitando il decadimento fisico e mentale, invecchiando in buona salute e quindi in maniera cosciente e consapevole.
Un altro accorgimento molto importante per la salute del nostro apparato scheletrico è il movimento in quanto l’osteoporosi è anche definita malattia da disuso perchè spesso ha origine dall’assenza prolungata di carico sulle ossa. L’osso è un tessuto che ha bisogno di essere stimolato attraverso sforzi meccanici che fanno aumentare la densità ossea ed in particolare quello eseguito all’aperto, in quanto grazie all’esposizione alla luce, la Vitamina D, necessaria per l’assorbimento del calcio, viene prodotta maggiormente.
In conclusione, un’alimentazione che non sia sbilanciata verso alimenti acidi e un moderato movimento all’aperto, sono certamente i criteri fondamentali per garantire un performante apparato scheletrico……. anche in età avanzata!
A cura di Pierfrancesco Felici
Naturopata certificato F.A.C.
Trainer Comportamentale