La Bussola comportamentale©
Essere Se Stessi per poter vivere meglio
Obiettivo: Essere Se Stessi per poter vivere meglio.
Raggiungere questo obiettivo è quanto di più auspicabile per ognuno di noi, perché la nostra qualità di Vita è direttamente proporzionale alla capacità di viversi liberamente ciò che siamo, ma spesso, proprio quando interagiamo con gli altri, ci rimane estremamente difficile metterlo in pratica.
La premessa:
Per prima cosa bisogna conoscere come funziona il meccanismo che regola ogni individuo, comprendendo che ogni esperienza/incontro che viviamo, inconsciamente lo cerchiamo noi perché ci serve per stimolare una funzionale compensazione finalizzata al riequilibrio delle reazioni vitali del nostro corpo, pertanto, anche una cosa spiacevole, diventa necessaria per poter continuare a vivere; “malattia” compresa.
La malattia quindi, perde la sua accezione negativa (*BENATTIA) perché, di fatto, grazie ai sintomi che si manifestano, da una parte esprime il tentativo biologico di ripristinare un equilibrio dinamico compatibile con la vita, dall’altra stimola l’individuo ad ascoltare di nuovo se stesso, le proprie istanze, i propri bisogni, iniziando a comprendere che grazie alla malattia (qualunque essa sia) sta avendo una nuova occasione per riprendere in mano la sua Vita, tornando finalmente ad amarsi per come egli è.
L’importanza della relazione con l’altro:
Come appurato fin dai tempi degli Esseni, un Popolo vissuto ai tempi di Gesù, e che si ipotizza lo abbia per certi versi educato, “l’esterno” è sempre stato visto non solo come un riflesso di ciò che siamo a livello comportamentale, ma anche di ciò che non ci permettiamo di vivere consapevolmente o a sufficienza. E’ pertanto sempre un aiuto, un vero indicatore biologico che se letto con una visione diversa da quella consueta, dove vediamo sempre nell’esterno un nemico da combattere, ci permette di riequilibrarci dinamicamente e di vivere totalmente le nostre due polarità, permettendoci di esprimere nella libertà, le altre parte di noi che spesso ci neghiamo perché ritenute sbagliate.
Vivere il quotidiano come un’opportunità o un problema:
Quello che fa la differenza tra il vivere il tutto come un’occasione o un problema deriva esclusivamente da come viviamo ogni singola esperienza. La valutazione che diamo a ogni comportamento (sia il nostro o degli altri) risente inevitabilmente del nostro modo di pensare, frutto di quei condizionamenti che si formano nei primi anni di Vita laddove, vuoi per motivi educativi – morali – religiosi, iniziamo a definire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, negandoci in questo modo la possibilità di viverci quell’altra parte di noi che è presente e che è funzionale vivere.
Pertanto la negazione continua di questa parte o un’espressione limitata di essa, è alla base di quell’insoddisfazione che se protratta nel tempo, può dapprima manifestarsi con un disagio emotivo/comportamentale, per poi, laddove non se ne comprenda il senso, coinvolgere anche la parte fisica (sintomi).
Ogni Esperienza la viviamo perché ne abbiamo bisogno, così come le nostre reazioni comportamentali: per quest’ultime quello che cambia è solo l’intensità, il cui apice è direttamente proporzionale a quanto vengono represse.
MA DI QUALE PARTE STIAMO PARLANDO?
Ognuno di noi, a seguito dei condizionamenti appresi da bambino (educativi, sociali, religiosi, etc…) è in continua separazione tra quello che reputa giusto e quello che invece reputa sbagliato, ma in realtà è solo una imposizione che facciamo a noi stessi in quanto crediamo che quella parte, se espressa quando ne avvertiamo la necessità, potrebbe causare conseguenze nefaste a noi e agli altri.
La realtà invece è un’altra e Seneca, grande filosofo e politico romano metteva proprio in risalto questo aspetto : “ L’essere umano soffre molto più per l’immaginazione che per la realtà “.
Questo è il limite…un limite che creiamo a Noi stessi, il limite di esprimere quello che siamo e che pensiamo giusto in quel momento. Tutto ciò non fa altro che appesantirci, intossicarci, privarci di essere come il fiume che scorre e che nel tragitto non si preoccupa di trovare un ostacolo perché egli è talmente fluido e duttile da non vedere in quell’ostacolo un limite, bensì l’opportunità di conoscersi in queste capacità.
Pertanto, non esiste un’esperienza, anche la più spiacevole, che non ci fornisca l’opportunità di conoscerci e di vivere parti di noi che non pensavamo neanche di avere.
Queste parti di noi tanto criticate vogliono e dovremmo vivercele con la stessa consapevolezza con la quale viviamo quelle che definiamo “ giuste ”, giuste perché le riteniamo in quel momento e non in base ad uno schema educativo. Di fatto queste parti di noi tanto criticate e mal viste, vengono si vissute, ma sempre nella reazione e molte volte neanche in questo caso.
Nella reazione emerge proprio quel comportamento che spesso evitiamo di mostrare, quel comportamento che è sì una scarica reattiva che ci serve per sfogarci, ma che in essa si manifesta quella parte che nell’ordinario evitiamo di viverci: tutto questo permette quel movimento di compensazione fisiologica di cui abbiamo bisogno e che Noi per primi cerchiamo continuamente ( la nostra Bussola comportamentale©), quel movimento che ci permette di rimanere vivi e di conoscerci in profondità come siamo veramente e non per come pensiamo di essere.
Permetterci quindi di esprimere queste parti senza attendere uno stimolo reattivo continuo che le porti alla luce, assumendosi non solo la responsabilità di esse ma evitando di colpevolizzare continuamente l’esterno per avercele “tirate” fuori (..”la colpa è la tua se ho fatto questo ”…..”riesci a tirare fuori il peggio di me”…) è il passo necessario per migliorare la qualità della nostra vita, delle nostre relazioni, della nostra esistenza!
Grazie all’applicazione quotidiana della Bussola Comportamentale© impariamo a comprendere che tutto quello che “ci accade” non è legato al caso, ma frutto di una nostra ricerca inconscia continua, atta a stimolare una risposta fisiologicamente compatibile con la Vita e con l’Evoluzione.
SE NE DESUME CHE IN QUESTA OTTICA NON PUO’ ESISTERE L’ERRORE
E CHE I REGISTI E GLI SCENEGGIATORI DELLA NOSTRA VITA…… SIAMO SOLO NOI!
Un’ esperienza non possiamo evitarla e questo perché inconsciamente abbiamo già scelto di viverla perché ci serve…. …a noi però decidere come viverla; se come un problema o un’occasione!
Buon cammino
*termine coniato dal Dott. Luigi Monsellato ideatore della medicina omeosinergetica
Naturopata ad indirizzo psicosomatico Certificato F.A.C n.17
Trainer Comportamentale